Displasia congenita dell'anca a Palermo e Agrigento

La displasia dell’anca è una malformazione congenita, che si sviluppa quindi durante la vita intrauterina del bambino, e che porta gradualmente la testa del femore a dislocarsi dalla cavità acetabolare, che, invece, in condizioni fisiologiche è destinata a contenerla e a farla ruotare al proprio interno.La displasia dell’anca è più frequente nel sesso femminile, in caso di primogeniti, in caso di parti gemellari, di neonati che nascono con peso maggiore della norma e in presenza di condizioni patologiche durante la gravidanza come, per esempio, l’oligoidramnios; essa riconosce, a volte, anche una condizione familiare.


Attualmente si pratica lo screening neonatale della displasia dell’anca con una visita ortopedica che può anche essere effettuata dopo pochi giorni di vita, e con un’ecografia che solitamente sii effettua intorno ai due – tre mesi; in caso di neonati a rischio o di sospetto di displasia alla visita effettuata subito dopo la nascita, allora occorre anticipare il prima possibile l’esecuzione dell’ecografia.


La prevenzione è fondamentale e nei casi trattati tempestivamente la guarigione è praticamente la regola e si ottiene con l’utilizzo di specifici tutori ortopedici (il divaricatore di milgram solitamente) da indossare per pochi mesi (il trattamento con tutore sarà tanto più breve quanto prima esso sarà iniziato);
Nei casi più gravi potrà essere necessario il trattamento con gessi, e in casi trascurati o curati male (è fondamentale comprendere che la displasia dell’anca è una patologia di cui ha esperienza solo l’ortopedico pediatra), la patologia si può aggravare, l’anca sublussarsi e guarire male oppure può addirittura lussarsi, con gravi ripercussioni sul futuro, per cui si renderanno necessari trattamenti più aggressivi e di tipo chirurgico.


Durante la cura della displasia dell’anca, a seconda della gravità e dell’età del neonato, occorrerà monitorare la malattia e i progressi ottenuti con ecografia e/o esecuzione di rxgrafie del bacino.
Nella struttura in cui lavoro trattiamo, ogni anno, diversi casi di displasia congenita dell’anca.

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